Legalizzazione cannabis



Sono 6 milioni gli italiani che hanno fatto uso di cannabis nel 2016 (dato del Dipartimento per le Politiche Antidroga). Una persona su dieci nel nostro Paese. L'uso di questa droga leggera sembra quindi impossibile da azzerare. In Italia il consumo (e la coltivazione domestica personale, con diverse restrizioni) è depenalizzato, resta però illegale lo spaccio.
Si spendono soldi pubblici per impiegare le forze dell'ordine nella lotta al mercato della cannabis, quando si potrebbe legalizzare la distribuzione da parte di attività legali, con un cospicuo guadagno da parte dello Stato con la tassazione derivata. Creare posti di lavoro, sottrarre soldi alla criminalità organizzata, e la possibilità di spendere i diversi miliardi che arriverebbero dalle tasse per opere pubbliche, o diminuire il debito pubblico. Sembra un'utopia, uno scherzo, una battuta. E' fattibile. 
Ne gioverebbe anche il sistema giudiziario: l'Università di Messina calcola mezzo miliardo di risparmi per le carceri, oltre ad oltre 200 milioni per le operazioni di ordine pubblico e sicurezza che potrebbero essere destinati altrove.
Legalizzare la cannabis significa anche mettere in una maggior condizione di sicurezza i consumatori, garantendo un prodotto legale e di origine certificata, oltre a semplificare l'accesso alla sostanza a chi ne fa uso terapeutico.
Si potrebbe anche prevedere un minor consumo, soprattutto fra le fasce più giovani della popolazione: è l'esempio dello stato americano del Colorado, che ha legalizzato il consumo e la vendita. Vista come attività ormai legalizzata, è intesa come meno attrattiva.
Resta da ipocriti permettere il consumo di alcool ed ostacolare una droga leggera che non ha mai causato la morte.